DISCEPOLE DEL SACRO CUORE: UN’ESPERIENZA D’AMORE (Maria Gabriella de Judicibus)
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- 10 Maggio 2022
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In una giornata di sole, ho varcato il cancello in Via Monteroni, 250, a Lecce, dove si trova la Congregazione delle Suore Discepole del Sacro Cuore fondata ad Acaya l'11 aprile 1929 da Madre Santina Addolorata De Pascali (1897-1981) per la quale è in corso il processo di beatificazione. L'istituto fu eretto in congregazione di diritto diocesano da Francesco Minerva, vescovo di Lecce, il 25 dicembre 1967 e ricevette il pontificio decreto di lode il 1º luglio 1973. Oltre che in Italia (Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Puglia), sono presenti in Madagascar e a Lugano. Le suore si dedicano alla cura e all'educazione dell'infanzia e della gioventù in asili e pensionati universitari, all'assistenza agli anziani in case di riposo e ad altre opere sociali.
L’attuale superiora generale è suor Maria Soamiteza, succeduta a suor Giulia Ida Cavallo, una donna che definirei “soave”, nei modi, nel sorriso, nella gentilezza del gesto sottolineata da mani affusolate, minute.
Suor Maria ci accompagna nella visita all’Istituto: apre tutte le porte, accarezza i bimbi presenti, ci spiega la storia del luogo, le sue speranza future.
Era la sede di un Istituto d’Istruzione Secondaria e oggi ospita ragazze in difficoltà, minori soli, mamme e bimbi bisognosi d’aiuto e sostegno. Mi racconta la storia di F. un bimbo accolto con la sua mamma ammalata gravemente che il marito non poteva curare per mancanza di sostegno economico. La donna non ce l’ha fatta e il destino di F. e di suo padre è appeso ad un filo. “Non è giusto che un bimbo sia allontanato dal padre perché è povero: è un uomo buono ma non riesce a mantenere il bimbo…” . Suor Maria non continua perché sono in lacrime e mi abbraccia. Mi racconta della mamma di A. un bimbetto simpatico che ci sorride mentre M. una bimba vispa di circa cinque anni sfreccia con la bicicletta nel grande corridoio: la ragazza e il suo bambino sono stati accolti quando il marito è andato in carcere; lei ha fatto studiare la giovane donna fino alla qualifica di Operatrice Sanitaria e le ha dato un lavoro presso l’altro plesso curato dalle suore che ospita le persone anziane. Il suo sogno è un asilo nido aperto al pubblico per consentire ai “suoi” bambini di non essere ghettizzati. Mi mostra le aule attrezzate stile “Montessori”, splendide, luminose, accoglienti. C’è una sala teatro con palcoscenico e sipario, il laboratorio di informatica, il laboratorio di sartoria. Mentre percorriamo i lunghi corridoi vedo file di piante verdi e fiorite rigogliose e ciò mi fa una gran buona impressione: ho imparato che le piante “sentono” l’amore e ricambiano fiorendo. Dico:” Ci vorrà tanta cura per queste piante”, Suor Maria si stringe nelle spalle e con dolcezza risponde che basta l’acqua, confermando la mia convinzione sulle piante e su di Lei. Naturalmente c’è la cappella, bellissima mentre l’odore delle vivande ci parla del refettorio e della buona cucina più di mille parole. Suor Maria ci accompagna in giardino, il grande, rigoglioso giardino che congiunge i due edifici gestiti dalle Suore. Ci sono animali da cortile, un orto e un simpatico cagnolino. Ovunque: giocattoli, biciclettine, tricicli, tutto pulito, tutto ordinato, come in una casa ben governata.
Scrive l’arcivescovo Seccia sul bollettino “La voce di Madre Santina”, pubblicato dalla congregazione per celebrare l’anniversario della Madre Fondatrice: “Appena giunto a Lecce ho avuto modo di conoscere e apprezzare le Suore Discepole del Sacro Cuore. E attraverso il loro servizio tra i bambini, i poveri e gli anziani e soprattutto in terra di missione, in Madagascar, dove mi sono recato lo scorso luglio, ho subito compreso il dono di grazia e la ricchezza di doni spirituali e materiali di cui la nostra Chiesa locale gode grazie anche al loro impegno silenzioso e fecondo. Così, senza mai aver letto e saputo nulla di lei, mi sono accostato alla Venerabile Madre Santina De Pascali. In punta di piedi come si deve far sempre con i santi. Ho capito che il suo miracolo più grande è quello che ogni giorno da novant’anni compie attraverso le sue “figlie” spirituali che, come lei, hanno scelto il Signore e ogni giorno donano se stesse al servizio dei fratelli più bisognosi”.
“A pochi passi dal secolo di vita - conclude il pastore nella nota - sento il dovere di dire grazie alla Venerabile per averci fatto dono di questo miracolo di fede e d’amore che attraverso le Discepole del Sacro Cuore prende vita e diffonde ancora benedizioni. Per loro prego: il loro servizio sia sempre espressione della carità del Cuore di Cristo”.
Maria Gabriella de Judicibus